Riassunto di "Rosso Malpelo" di Giovanni Verga
Riassunto di Rosso Malpelo
di Giovanni Verga
Rosso Malpelo è un ragazzo dai capelli rossi, che nel pregiudizio popolare indicava il suo modo di essere "malizioso e cattivo"; da qui il soprannome "Rosso Malpelo". A causa di ciò Malpelo è maltrattato da tutti e non trova affetto neanche in famiglia: la madre non si fida di lui e quando il ragazzo torna a casa dal lavoro gli chiede sempre se ha sottratto dei soldi dallo stipendio, e per sicurezza la sorella lo accoglie picchiandolo.Malpelo lavora con il padre, Mastro Misciu, al quale è stato dato il soprannome di la bestia, in una cava dove si estrae la rena. I due sono molto legati: Misciu infatti è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende. Un giorno il padre deve terminare un lavoro preso a cottimo, per eliminare un pilastro dalla cava, malgrado sia molto pericoloso. Si diceva che solo un testardo avrebbe accettato di eseguire lavori di quel genere. La sera tardi, mentre Malpelo gli sta dando una mano, il pilastro cade all'improvviso addosso al padre. Rosso Malpelo, preso dalla disperazione, inizia ad urlare e a scavare con le unghie fino a farle sanguinare.
Quando anche Zio Mommu, detto "lo Sciancato", viene a sapere della disgrazia, è ormai troppo tardi, perché sono passate quattro ore e Mastro Misciu è già morto. Nessuno invece fa caso al figlio, che inutilmente scava nella rena lacerandosi le unghie nello sforzo di salvarlo. Dopo la morte del padre Malpelo diventa ancora più cattivo agli occhi di chi lo osserva e riprende a lavorare alla cava proprio nella galleria dove era morto il padre. Qualche tempo dopo alla cava viene a lavorare un ragazzino piccolo e debole che prima faceva il muratore, ma è costretto ad abbandonare il mestiere a causa di una caduta da un ponteggio in cui si era lussato il femore. Il ragazzo, soprannominato Ranocchio per il modo in cui cammina, diventa oggetto di sfogo di Malpelo che lo tormenta: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui continua, perché vuole che impari a reagire. In realtà il motivo di tale apparente cattiveria è dato dal fatto che Malpelo gli vuole bene e vuole che impari la dura lezione della vita; Malpelo infatti spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo morire di fame, oppure lo aiuta con i lavori pesanti.
Dopo qualche tempo viene ritrovato il corpo di Mastro Misciu: per il grave shock Malpelo si allontana per qualche giorno dalla cava e quando torna decide di andare a lavorare in un'altra galleria. Tutto ciò che gli rimane dal padre sono i suoi pantaloni, che la madre di Malpelo sistema per adattarli all'altezza del figlio, il piccone e un paio di scarpe, che Malpelo custodisce come tesori.
Quando un asino grigio muore di patimenti, il carrettiere lo getta nella sciara, Malpelo trascina Ranocchio con lui a vedere i cani mangiarselo. Secondo Malpelo la morte è la liberazione di tutto, e per i deboli sarebbe meglio non essere mai nati. Ranocchio invece gli spiega del Paradiso, il posto dove i vivi che sono stati brave persone vanno a riposare in eterno. Non molto tempo più tardi Ranocchio, il quale da un po' di tempo stava deperendo, si ammala di tubercolosi e muore in breve tempo.
Malpelo adesso è effettivamente solo, dato che la madre ha trovato un nuovo compagno e la sorella ha un marito e nessuno lo vuole più in casa. Alla fine Malpelo muore alla cava: gli era stato infatti affidato il compito di verificare un tratto di una galleria ancora inesplorato. Nessuno voleva prendersi un simile compito, ma Malpelo accetta subito dato che non ha nessuno che possa rimpiangerlo. " Prese gli arnesi di suo padre, il piccone, la zappa, la lanterna, il sacco col pane, e il fiasco di vino, e se ne andò: né più si seppe nulla. Così si persero persin le ossa di Malpelo, e i ragazzi della cava abbassano la voce quando parlano di lui nel sotterraneo, ché hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi.
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